Mercoledì mattina è mancato all’età di 93 anni Andrea Camilleri, regista, attore, docente, ma conosciuto soprattutto come creatore in più di venti libri del commissario Salvo Montalbano e delle sue indagini nella Sicilia sud-orientale. Sia in Italia che all’estero Camilleri ha goduto di uno straordinario successo editoriale, giunto in età avanzata (scrisse il suo primo romanzo con Montalbano quando aveva quasi 70 anni). In un’intervista a SBS Barbara Pezzotti (Monash University), analizzando i diversi motivi di quel successo, ha riassunto il carattere del protagonista così: “Il commissario Montalbano è un personaggio molto particolare: se pensiamo c’è tutta una tradizione del giallo in cui il detective è triste, isolato, preda a grande disperazione, molto spesso alcolizzato, tossicodipendente… qui invece ci troviamo di fronte ad un secondo filone della crime fiction, che è un filone in realtà moltissimo amato, che è dell’ispettore che ama la vita, pensiamo a Maigret per esempio, a Vásquez Montálban: è un ispettore che ama la vita, ama mangiare, ama la bellezza, ha molti difetti, quindi non è perfetto, non è atletico, non è un superuomo, quindi possiamo identificarci con lui… ma è fondamentalmente una persona onesta, a volte burbero, però ha una grande sensibilità e una grande empatia nell’affrontare le sue indagini”.