Edda Orlandi Università degli Studi di Milano
Come sappiamo, i regali di Natale che abbiamo appena scartato hanno viaggiato fino a noi a bordo di una slitta fatata. Della maggior parte, però, sospettiamo che ci abbiano in realtà raggiunto attraverso molto più prosaci canali di distribuzione. Se pure questa supposizione si rivelasse fondata, ci
consolerà tuttavia il sapere che anche questi ultimi circolano su mezzi di trasporto che, con un piccolo sforzo di immaginazione, possiamo vedere come molto simili a delle slitte: i bancali. Come la slitta di Babbo Natale, i bancali sono spesso in legno. Come la slitta di Babbo Natale, i bancali possiedono, agli occhi di chi le sa vedere, proprietà prodigiose a dispetto del loro aspetto tanto ordinario. Infine, come sulla slitta di Babbo Natale, sui bancali si condensano valore e valori; un complicato intreccio di calcoli venali, aspirazioni consumistiche, affermazioni di status, materializzazione di relazioni sociali, fiducia, consolidamento di reputazioni, altruismo, affiatamento, sofisticate trattative diplomatiche, solidarietà, giochi.
I bancali, naturalmente, non trasportano solo doni, ma la maggior parte delle merci che acquistiamo quotidianamente. Per poterne comprenderne l’inestimabile valore possiamo perciò entrare in un qualsiasi magazzino. Diciamo, per esempio, il magazzino di un supermercato. Osservando le transazioni che vi avvengono, tra i magazzinieri che ricevono la merce e i camionisti che la
consegnano, ci accorgeremo, prima o poi, della cura religiosa con la quale i bancali sono trattati, contanti, consegnati e restituiti. Chiedendone ragione ci sentiremmo rispondere che i bancali “sono più importanti della merce”. O, per lo meno, che lo è un tipo di bancale, il bancale EPAL
, uno standard europeo per la produzione di pallet. Questi bancali sono “scambiabili”: vale a dire, per ciascun bancale consegnato, un altro deve essere restituito. Ed è proprio il loro essere scambiabili che li rende oggetti di valore. O, più esattamente, il loro essere oggetti di valore poggia sulla possibilità di trafugarli e rivenderli nel mercato nero. Da ciò deriva l’estrema cura con la quale i bancali sono trattati e con la quale i magazzinieri vigilano su di loro, e conduce ad un continuo gioco a “guardia e ladri” tra magazzinieri e autisti attorno ai preziosi bancali (con qualche immancabile “chiusura di un occhio” da parte dei primi).
I bancali sono così oggetti “preziosi” per i complessi intrighi che occorre intessere per trafugarli, e per la possibilità di ricavarne denaro dalla vendita come bancali “usati”. Il loro valore non si riduce però a questo, e anzi quello che rende questi oggetti dei beni di valore ha in primo luogo a che fare con ciò che si costruisce nelle relazioni che si stabiliscono attorno ad essi tra le due parti coinvolte, i magazzinieri e i camionisti. Il valore dei bancali scambiati è creato, infatti, in una serie di interazioni tra le due parti, per le quali questi oggetti costituiscono il cardine di una peculiare relazione in equilibrio tra fiducia, competizione, affermazione del proprio prestigio sul lavoro, reputazioni di onestà e furbizia, contrattazioni sulla qualità dei bancali, doni e furti. Queste relazioni costituiscono, nel loro insieme, una peculiare etica che sovrintende a questi scambi e ai rapporti tra i due gruppi di lavoratori, fondata sull’importanza che, in questo gioco, assumono questi oggetti come strumenti di lavoro, attorno ai quali ruotano le competenze e abilità necessarie per svolgere bene le proprie mansioni.
[chi volesse sapere qualcosa di più sulle transazioni di cui i bancali EPAL sono oggetto può leggere: Edda Orlandi, Il circuito dei bancali. Uno studio etnografico sulla creazione di valore nello scambio. Apparso su Etnografia e ricerca qualitativa, 1/2012. Chi invece volesse acquistare un prezioso bancale “usato” non tarderà a trovare indicazioni “compro-vendo bancali” sulle strade e autostrade italiane, oppure può accordarsi con uno dei tanti rivenditori di pallet EPAL presenti su e-bay annunci.]