Luciana d'Arcangeli writes ...
Ricordate la prima volta che siete andati a teatro? No, non le recite scolastiche o le volte che vi ci hanno trascinato controvoglia facendovi vestire da pagliaccio o quando vi hanno “ceduto” l’abbonamento perche’ assenti ingiustificati. Sto parlando della prima volta che avete messo mano al portafoglio per pagare il biglietto di uno spettacolo che volevate andare a vedere. La volta che avevate l’acquolina in bocca per l’attesa… Quella! Bene, leggendo l’articolo di Anna Bandettini su Paolo Rossi mi e’ tornata in mente proprio quella volta li’: “Le visioni di Mortimer” (Giampiero Solari), 1988. Da allora ho sempre rivisto con piacere Paolo Rossi a teatro ed anche in televisione, al cinema ed anche in DVD. Sara’ che ogni volta mi torna a formicolare la pelle con il ricordo o l’emozione di quella sera e di tutte le altre a seguire…
Il primo scoglio che si incontra nell’insegnare teatro oggi e’ che gli studenti spesso pensano di non aver mai assistito a uno spettacolo “degno” di essere discusso in accademia, ma gratta gratta tutti hanno visto uno spettacolo dal vivo e ne sono stati toccati. Proprio al ricordo di quell’emozione mi aggancio per parlare di teatro, del privilegio di cui si gode nel veder recitare qualcuno dal vivo – meglio se bravo. Uno spettacolo dal vivo ha insita un’emozione diversa da altre forme di spettacolo. Mentre scrivo ho davanti agli occhi il bellissimo ricordo di uno Shakespeare in the Park in Scozia con mio figlio piccolissimo che partecipava all’andamento di “The Tempest” camminando con e tra gli attori, rapito. E questo ricordo si lega rapido, con un tuffo mnemonico all’indietro, ad uno spettacolo di pupi siciliani dei Fratelli Pasqualino di cui non ricordo piu’ il nome… ma i pupi si’, quelli li ricordo bene! Cosi’ come il duello tra Orlando e Rinaldo per l’amore di Angelica – che secondo me doveva aver ben chiaro in testa chi volesse… Il rumore delle loro spadate si confonde nella mente con quello delle mattarellate di Pulcinella, visto la domenica mattina al Pincio con il soldino in mano da dare al burattinaio – seguito da un secondo soldino per il gelato allo Chalet. Infanzia fortunata.
Vi lascio con una delle “chicche” di Paolo Rossi che dimostra come l’altezza di una persona non abbia nulla a che vedere con la sua “statura”: “Il sogno all’incontrario”. Buon sognare!