Blog Layout

Dalla parte dello Studente Non Frequentante

Edda Orlandi • Apr 11, 2013

Edda Orlandi   Università degli Studi di Milano

Del mio primo giorno di università mi rimane solo questa impressione: trovai bellissimo il fatto che le porte fossero sempre tutte aperte, e quindi che chiunque, anche senza essere iscritto, potesse entrare in università e ascoltare una lezione, qualunque lezione volesse.

Alla terza lezione del corso di economia politica, e alla quarta di diritto pubblico, in effetti, il mio entusiasmo per tutta questa accessibilità del Sapere si era già in gran parte esaurito, e iniziavo a meditare di sfruttare questa liberalità delle aule universitarie statali per fare un giro esplorativo in altre facoltà, prive di numeri, formule e commi, e valutare se cambiare corso di laurea fin che ero ancora in tempo. Di lì a poco avrei indirizzato il mio interesse per il libero accesso alle aule universitarie nella direzione opposta: alla libertà di uscirne, o, se per questo, di non entrarvi neppure, come studente non frequentante. E, in fondo, l’essermi laureata in Scienze Politiche e non aver deciso di cambiare facoltà lo devo un po’ anche a questo.

Non che, ovviamente, in quelle prime settimane da matricola iper-diligente osassi davvero saltare le lezioni – tanto ero sicura che all’esame sarei stata altrimenti bocciata per essermi persa proprio quella spiegazione assente sul manuale. Per essere più precisi, non avrei potuto saltarle anche volendo: il mio zelo verso l’apprendimento universitario, insieme alla mia calligrafia ordinata, avevano reso i miei appunti talmente richiesti dai compagni di corso più smaliziati in tema di frequenza alle lezioni che dovevo continuamente stazionare in facoltà in attesa di recuperare i miei fogli di quaderno, prestati per essere fotocopiati, rendendo impraticabile il mio proposito di andare a verificare se le lezioni di Lettere e Filosofia fossero effettivamente più interessanti di quelle di Scienze Politiche.

Così sono rimasta lì e, con il tempo, ho finito per diventare anch’io, per alcuni corsi, una Studente Non Frequentante.

Additato come uno dei peggiori mali dell’università italiana, inevitabilmente destinato a trasformarsi nell’ancora meno raccomandabile Studente Fuoricorso, lo Studente Non Frequentante è stato oggetto di tentativi di estirpazione solo parzialmente incisivi nella maggior parte dei corsi di laurea (in cui la frequenza è “fortemente consigliata”) e riesce talvolta misteriosamente a persistere persino nei corsi di laurea a frequenza obbligatoria.

Questa sofferta tolleranza verso lo studente non frequentante sembra fondarsi, oltre che sulla sua convenienza (nulla chiede e nulla pretende, fuorché passare gli esami) sul mito che lo vede sempre studente lavoratore, cui sarebbe evidentemente inopportuno negare una laurea per il fatto che si deve mantenere lavorando. In realtà i motivi della non frequenza sono i più diversi e hanno solo parzialmente a che fare con il lavoro (i dati AlmaLaurea 2011 indicano che tra i laureati che non hanno svolto alcuna attività lavorativa durante l’università solo l’81% ha dichiarato di aver frequentato più del 75% degli insegnamenti previsti).

La non frequenza alle lezioni, vorrei suggerire, trova un solido fondamento nell’idea, inculcata negli studenti almeno a partire dall’inizio della scuola media, che il processo di apprendimento (se non altro per le materie non “scientifiche” o tecniche) sia qualcosa che non avviene in classe, durante la lezione, nel confronto con gli insegnanti e i compagni, ma in un altrove – la propria stanza, la biblioteca, il treno – in  cui lo studente è solo con un testo scritto da leggere, imparare, ragionare.

Dal che credo discenda anche l’inesorabile mutismo che spesso affligge gli studenti italiani in classe, i quali si lasciano convincere a rispondere a domande che non siano poste durante un’interrogazione solo dopo molte lusinghe e minacce (“Guardate che se qualcuno non risponde chiamo un nome a caso dall’elenco…”) e ancor più difficilmente a porne loro stessi. Qualunque dialogo in classe, in questa prospettiva, finisce infatti per costituire un fastidioso contrattempo rispetto al regolare svolgimento delle lezioni, la cui utilità risiederebbe esclusivamente nell’annotazione degli importantissimi appunti, che del resto è stata loro indicata per anni come la principale capacità da acquisire per potersi laureare (“Dovete imparare a prendere appunti, se no poi all’università come fate?!”) – capacità che però, come si è visto, può essere facilmente sostituita dalla perizia nell’uso della fotocopiatrice e nell’interpretazione delle altrui calligrafie.

Date queste premesse, la presenza degli studenti a lezione rimane una circostanza che non smette di commuovermi, un atto di generosità gratuita meritorio di un impegno nel preparare le lezioni che altrimenti non avrebbe nessun reale incentivo – se non, al limite, il rischio di ritrovarsi un giorno in un’aula deserta. Ho almeno due motivi, dunque, per ringraziare gli studenti non frequentanti: la mia laurea, grazie alle loro richieste di appunti in prestito, e l’avermi reso un’insegnante migliore, grazie al timore del veder altrimenti crescere, lezione dopo lezione, il numero delle sedie lasciate da loro vuote.

[Questo post si inserisce in una esplorazione del mondo dell’Università in Italia che ha già visto un contributo in questo blog, e sarà prossimamente oggetto di una serie di interventi che presenteranno vari aspetti di questa realtà dai diversi punti di vista degli attori che ne fanno parte.]

04 Mar, 2024
Open until 14 April 2024, the exhibition Emerging From Darkness: Faith, Emotion and The Body in the Baroque is presented at Victoria's Hamilton Gallery (on the unceded lands of the Eastern Maar and Gunditjmara peoples), in partnership with the National Gallery of Victoria (NGV). Unprecedented, and monumental in scope, Emerging From Darkness brings together an exceptional group of works from public and private collections in Australia. It was curated by Associate Professor David R. Marshall , Principal Fellow in Art History at the University of Melbourne, Dr Lisa Beaven , Adjunct Senior Research at La Trobe University, and Laurie Benson , Senior Curator of International Art at the NGV. Here two curators explain some of the project’s background and aims.
27 Oct, 2023
In Italy this year there has been no shortage of Manzoni celebrations, particularly in Milan . And in Australasia? Dr Stefano Bona , Lecturer in Italian Studies at Flinders University, Adelaide, on the lands of the Kauna nation, has lately been involved in creating a ‘special miniseries’ of radio programmes about Alessandro Manzoni. Now available for listening on demand are two longform interviews with Stefano Pratola at Radio Italiana 531 AM. Here Stefano Bona shares some background to this podcast project.
14 Sep, 2023
Announcing, with great pleasure, the winners of the 2023 ACIS Publication Prize for an established scholar, and the 2023 Jo-Anne Duggan Prize. ACIS awards both prizes every two years . In this case, each winning publication addresses the theme of mobility – a fast-evolving direction in Italian Studies research – and each brings forward a topic with clear contemporary significance.
04 Sep, 2023
The 12th Biennial Conference of the Australasian Centre for Italian Studies will be held at the Australian National University (ANU), Canberra, Ngunnawal and Ngambri Country, from Wednesday 3 July to Saturday 6 July 2024. The conference theme is ‘Italian Studies for Global Challenges: Transdisciplinary Conversations’.
24 Aug, 2023
Open to postgraduate and early career researchers, since 2018 the ACIS Save Venice Fellowship programme has been enlivening close links between Australasia and the city of Venice. Fellowship applications were suspended in 2022, for pandemic-related reasons. So it is a special pleasure to announce that Brigette De Poi has been awarded an ACIS Save Venice Fellowship for 2023. Already living in Venice to focus on her PhD project, Brigette shares some first reflections on her contact with Save Venice thus far.
08 Aug, 2023
Which memories are allowed to circulate in a particular culture – and which are relegated or silenced? What political logic is at play when a certain way of remembering is spelt out, even imposed? Matthew Topp was awarded an ACIS Postgraduate Scholarship in 2020, to source archival records for his doctoral thesis, which has the working title ‘ Ars Oblivionalis : A Study of Cultural Forgetting in Renaissance Italy’. Now returned from fieldwork, he shares a brief account of his PhD project and travels.
By Catherine Kovesi 02 Apr, 2023
Two promising early career scholars – Lauren Murphy and Julia Pelosi-Thorpe – were the recipients of ACIS Save Venice Fellowships. Delayed due to COVID travel restrictions, they were finally able to access their Fellowships in 2022. Here they both reflect on their time in Venice and the benefits of the Fellowship to their respective research projects.
By Catherine Kovesi 29 Mar, 2023
ACIS is delighted to announce that Professor Andrea Rizzi has been appointed the new Chair of the Australasian Centre for Italian Studies. He leads a renewed Management Committee with several new appointees who start their terms of office this year.
By Catherine Kovesi 30 Jan, 2023
After a hiatus of three years due to travel restrictions, ACIS is delighted once again to be able to offer its Postgraduate Scholarships for Research in Italy. Two promising postgraduate students have been awarded scholarships in the current round: Brigette De Poi and Laura Di Blasi.
Show More
Share by: